Codice della Crisi d’Impresa: riunione aziendale su continuità e prevenzione.

CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA

Il Codice della Crisi d'Impresa e il Modello Organizzativo 231

Codice della Crisi d’Impresa e Modello 231: come garantire la continuità aziendale con assetti organizzativi adeguati.

Il Codice della Crisi d’Impresa, noto anche come Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), è stato introdotto con il D.Lgs. 14/2019 e, divenuto pienamente efficace il 15 luglio 2022 a seguito della pubblicazione del D.Lgs. 83/2022, ha segnato un cambiamento significativo nell’approccio italiano alla gestione delle difficoltà aziendali.

L’obiettivo principale della riforma è rafforzare la prevenzione delle crisi, favorendo la continuità aziendale e la salvaguardia dell’equilibrio economico-finanziario delle imprese.

Tra le innovazioni più rilevanti vi è l’introduzione dell’obbligo per gli imprenditori collettivi (cioè societari) di dotarsi di adeguati assetti organizzativi. Anche per l’imprenditore individuale è previsto il dovere di adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi.
Tali assetti devono consentire il monitoraggio costante dell’andamento aziendale e la rilevazione precoce di segnali di difficoltà.

Questa nuova impostazione richiama fortemente i principi alla base del Modello 231, che da anni promuove una gestione aziendale trasparente, responsabile e conforme alla legalità.

Codice della Crisi d’Impresa: un nuovo approccio alla continuità aziendale

Il Codice della Crisi ribalta l’approccio tradizionale alla crisi d’impresa, spostando il focus dalla gestione dell’insolvenza alla prevenzione attiva delle difficoltà. Le imprese sono ora chiamate a dotarsi di strumenti che permettano di:

  • intercettare i segnali di squilibrio finanziario in fase precoce;
  • programmare interventi tempestivi;
  • individuare la soluzione più adeguata tra quelle previste dal Codice (composizione negoziata, piano attestato, accordi di ristrutturazione, concordato preventivo, PRO).

Questi strumenti sono talvolta definiti quadri di ristrutturazione preventiva, in quanto consentono alle imprese di affrontare tempestivamente le difficoltà finanziarie attraverso misure come la rinegoziazione dei debiti, la vendita di asset non strategici o la riorganizzazione interna, evitando così il deterioramento della crisi.

Questo approccio mira a evitare che situazioni critiche si aggravino fino al fallimento, con conseguenze negative per dipendenti, fornitori, creditori e per l’intero sistema economico.

La composizione negoziata: strumento cardine della riforma

Una delle principali novità introdotte in via anticipata dal D.L. 118/2021 e poi consolidata nel Codice è la composizione negoziata della crisi: una procedura volontaria attivabile dall’imprenditore che intende gestire in modo ordinato e riservato una situazione di squilibrio, avvalendosi dell’assistenza di un esperto nominato da un organismo indipendente.

Si tratta di uno strumento centrale della logica preventiva della riforma, che si affianca agli altri strumenti di regolazione della crisi previsti dal Codice.

Adeguati assetti organizzativi e Modello 231: una convergenza funzionale

La richiesta normativa di “adeguati assetti organizzativi” si traduce nella necessità di strutturare ruoli, responsabilità, procedure, flussi informativi e sistemi di controllo interni in modo coerente e trasparente. In questo contesto, il Modello 231 rappresenta uno strumento particolarmente utile per:

  • presidiare i processi decisionali aziendali;
  • prevenire i reati presupposto ai sensi del D.Lgs. 231/2001;
  • migliorare la governance e la tracciabilità delle operazioni;
  • contribuire a intercettare e prevenire i segnali di crisi in modo tempestivo.

Pur non essendo espressamente previsto dal Codice della Crisi d’Impresa, il Modello 231 risulta quindi fortemente coerente con le finalità di prevenzione e gestione del rischio aziendale promosse dal Codice della Crisi d’Impresa.

Il MOG 231 : un modello non obbligatorio ma fortemente consigliato

Va chiarito che il Codice della Crisi non rende obbligatoria l’adozione di un Modello 231, ma le imprese che decidono di adottarlo si dotano di uno strumento che può facilitare la conformità ai requisiti richiesti, rafforzando al tempo stesso la cultura della legalità e della gestione consapevole del rischio.

L’integrazione tra assetti organizzativi adeguati e un sistema di controllo come il Modello 231 rappresenta quindi una scelta strategica, utile a rafforzare la resilienza aziendale e a promuovere comportamenti virtuosi a tutela della continuità.

Modello 231 e Codice della Crisi: un’opportunità strategica

In sintesi, il Codice della Crisi d’Impresa sollecita le imprese ad adottare una visione preventiva della gestione aziendale, fondata su assetti organizzativi solidi e su una cultura del controllo interno.

Il Modello 231, sebbene non obbligatorio, si configura come uno strumento efficace e coerente per rispondere a questa sfida, facilitando il rispetto della normativa e contribuendo a preservare il valore dell’impresa nel tempo.

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