Risk Management Sanita

RISK MANAGEMENT IN SANITÀ

RISK MANAGEMENT IN SANITÀ: UN SISTEMA ESSENZIALE DI GESTIONE

Il Risk Management in Sanità è un approccio strategico fondamentale per garantire la qualità delle prestazioni e la sicurezza dei pazienti e degli operatori.

È indispensabile che tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie conoscano e valutino con attenzione questo tema, poiché esso si colloca nell’ambito più generale della qualità, della sicurezza e della valutazione dei processi aziendali e dei servizi forniti.

In questo articolo, esploreremo l’importanza di implementare un sistema di gestione del rischio nel settore sanitario, con particolare attenzione all’integrazione di normative tecniche come la UNI ISO 31000:2020.

Il Clinical Risk Management

I sistemi di gestione del rischio in ambito sanitario vengono solitamente indicati con il nome di Clinical Risk Management. Il Clinical Risk Management, al pari di analoghe pratiche in altri contesti o settori (financial risk management, legal risk management…), si fonda sulla consapevolezza che la struttura sanitaria o sociosanitaria svolge un’attività complessa e, per contrastare i rischi insiti in qualsiasi attività umana, occorre impiegare un approccio sistematico finalizzato all’identificazione, all’analisi, alla valutazione e al trattamento dei vari tipi di rischio.

Il Risk Management, o gestione del rischio, è definito dalla Norma UNI ISO 31000 come una serie di attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione con riferimento al rischio. Questo approccio è essenziale per strutture sanitarie e sociosanitarie, dove il rischio clinico rappresenta una sfida continua.

Il Rischio Clinico è stato definito come la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi “danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte”.

IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT IN SANITÀ

Il ruolo della gestione del rischio nel processo di cambiamento del settore sanitario

Il Risk Management in sanità si sta sempre più sviluppando come un’attività strutturale del sistema sanitario. Nato come risposta alle esigenze di tipo economico, a causa del crescente numero di contenziosi medico-legali e quindi all’aumento di richieste di indennizzi per danni, il Risk Management oggi si sta affermando come strumento strategico per il miglioramento della qualità delle prestazioni e per garantire la sicurezza del paziente e degli operatori.

Chiaramente, la dimensione sociale del sistema sanitario ha fortemente accelerato la consapevolezza tra gli operatori del settore di confrontarsi con l’incertezza e gestirla in modo sistematico. A differenza delle imprese, il cui scopo è la creazione e distribuzione del valore economico, per un’azienda sanitaria il fine primario è la realizzazione di valore, di cui la componente economica è una parte importante ma non principale.

La difficoltà di conciliare il valore sociale e il valore economico, ovvero l’attenzione, da un lato, sui vincoli di economicità e sulla struttura dei costi e, dall’altro, sul ruolo comunitario degli operatori sanitari, ha spinto il settore negli ultimi anni verso lo sviluppo di nuovi equilibri. Questi nuovi equilibri favoriscono sia la realizzazione del valore sociale dell’organizzazione sanitaria sia quello economico, per supportare il requisito di economicità aziendale e quindi di autonomia e stabilità.

Come conseguenza, le strutture sanitarie si trovano di fronte a nuove sfide che comportano un ripensamento strutturale degli obiettivi aziendali. Per affrontare queste sfide, molte aziende stanno adottando modelli organizzativi innovativi come la Lean Organization, che promuove l’efficienza e la riduzione degli sprechi, e processi decisionali più partecipativi e trasparenti. Questi cambiamenti non solo migliorano la governance e il controllo, ma anche la capacità di gestione del rischio a livello strategico, con un focus su:

  • modelli organizzativi che si basano sui principi della Lean Organization;
  • processi decisionali partecipativi e trasparenti;
  • una gestione strategica delle risorse umane con attività continue di miglioramento delle competenze a diversi livelli aziendali (organizzativi, gestionali e operativi);
  • processi gestionali, di monitoraggio e valutazione più adeguati (certificazione qualità, ambiente, strumenti di analisi della customer satisfaction, gestione dei rischi, reporting, …);

In questo scenario di cambiamento, il Risk Management è indirizzato a evolversi in una funzione che partecipi ai processi strategici e al controllo di gestione, promuovendo la “cultura” del rischio e coinvolgendo, in una logica trasversale, tutta la struttura sanitaria.

L’ APPROCCIO SISTEMICO ALLA GESTIONE DEI RISCHI

Dunque, se la capacità di individuare, valutare e gestire i rischi è sempre più percepita dalle imprese come uno dei principali fattori che concorre a difendere il valore dell’azienda e la propria capacità di operare, questa capacità è particolarmente rilevante per le strutture sanitarie e sociosanitarie le cui attività sono, per loro natura, attività rischiose. Questo perché l’erogazione di una prestazione assistenziale, diagnostica o terapeutica non è mai un’operazione priva di rischi.

Le aziende sanitarie, soprattutto quelle di maggiore dimensione, sono state, in effetti, tra i primi operatori del settore a dotarsi di sistemi strutturati di misurazione, gestione e controllo dei rischi, mentre altre strutture sanitarie e sociosanitarie hanno introdotto il Risk Management non senza difficoltà e spesso con risultati poco soddisfacenti.

Questo non è stato determinato dalla mancanza di volontà, ma piuttosto dal tipo di approccio culturale che concentrava l’attenzione della gestione del rischio sul singolo attore. Da ciò, la difficoltà di progettare e gestire un sistema adeguato di gestione del rischio che fosse in grado di ridurre la probabilità che si verifichino delle cause (prevenzione) e di contenere gli effetti (protezione) sull’intera struttura sanitaria.

La questione del Rischio Sanitario è molto complessa, anche se solitamente, quando si verifica un errore, si tende a ricercare immediatamente un colpevole piuttosto che le condizioni che lo hanno favorito.

Il Rischio Sanitario non è solo legato alla rischiosità intrinseca della singola azione svolta dall’operatore sanitario, ma può essere l’effetto di eventi avversi le cui cause originarie non sono state considerate.

Dal momento che la prestazione avviene all’interno di un’organizzazione eterogenea, diversi processi contribuiscono alla qualità, alla sicurezza e all’efficacia della prestazione sanitaria.

Per questo si ritiene utile un approccio sistemico alla gestione del rischio, orientato sui processi e sull’organizzazione e non sul singolo attore, poiché gli eventi sfavorevoli sono in larga misura prevenibili e la maggior parte di essi sono riconducibili a fattori sistemici, condizioni legate a scelte strategiche aziendali, al contesto organizzativo oppure a fattori tecnici o ambientali che ne hanno favorito l’accadimento.

È per questo motivo che il mezzo più valido di prevenzione nelle aziende sanitarie è quello di progettare o rimodellare i processi dell’organizzazione, migliorandoli in modo da permettere un’efficace individuazione di tutti i possibili rischi connessi e stabilire le dovute azioni di controllo. Rischi che saranno ordinati mediante un’assegnazione di priorità che si basa sulle potenziali implicazioni che l’evento dannoso ha sul raggiungimento degli obiettivi.

Quindi, l’approccio che si focalizza sulle condizioni del sistema – inteso come insieme di elementi umani, relazionali e tecnologici interconnessi e finalizzati a un obiettivo comune – nelle quali accade l’errore (piuttosto che attribuire esclusivamente l’errore a un comportamento sbagliato del singolo operatore) è la strategia vincente per un sistema che voglia concretamente ridurre l’incidenza degli eventi avversi, come dimostrano esperienze già maturate in altri contesti.

Chiaramente, per un approccio integrato e coordinato di gestione del rischio, è necessario il supporto della direzione aziendale e dei responsabili delle unità operative per la promozione e la diffusione della cultura della sicurezza in azienda e intervenire sulla struttura organizzativa attraverso: l’istituzione di una figura professionale (Risk Manager) dedicata alla gestione integrata dei rischi; l’adozione di standard di gestione del rischio e di un efficace sistema informativo e di reporting a supporto; l’investimento nella gestione del personale in termini di presidio dei carichi di lavoro, motivazione e formazione continua.

Ma è anche vero che promuovere la crescita di una cultura sistemica del rischio nelle strutture sanitarie non è un affare da poco.

La complessità del sistema a livello organizzativo, la delicatezza degli equilibri professionali da mettere in discussione, la criticità dei processi di produzione ed erogazione dei servizi rendono indubbiamente un programma di risk management difficoltoso, ma non impossibile.

È sufficiente che l’alta direzione della struttura sanitaria raccolga il bisogno di cambiamento e lo traduca in azioni, con la consapevolezza che una gestione integrata del rischio può portare a cambiamenti significativi nella pratica clinica, promuovere la crescita di una cultura della sicurezza più vicina al paziente e agli operatori, fornire un’opportunità per l’orientamento strategico aziendale, per il monitoraggio delle performance e contribuire indirettamente a una diminuzione dei costi.

RISK MANAGEMENT IN SANITÀ: ATTUAZIONE DI UN SISTEMA NORMATO

La Valenza di un Sistema di Gestione Basato su una Norma Tecnica

Sebbene ogni azienda sanitaria sia libera di adottare un sistema di gestione del rischio clinico che ritiene più adeguato in relazione alle proprie specifiche esigenze, è tuttavia fortemente suggerito un percorso per sviluppare le proprie procedure di gestione dei rischi sulla base delle raccomandazioni della norma UNI ISO 31000:2020.

Sviluppata con lo scopo di fornire principi e linee guida per gestire qualsiasi forma di rischio in modo sistematico e affidabile, la norma ISO 31000 può essere applicata a un’intera struttura sanitaria, nelle sue diverse aree e livelli, nonché a specifiche funzioni, attività e progetti.

La norma riassume la gestione del rischio in fasi, tra cui: la raccolta delle informazioni relative agli incidenti occorsi (es. Incident Reporting System, analisi richieste danni, ecc.); lo studio delle cause originarie che hanno provocato gli incidenti (Root Cause Analysis, mappatura delle aree di criticità, ecc.); la creazione e la diffusione di misure di prevenzione per ridurre il numero degli incidenti (linee guida, protocolli di sicurezza, standard applicativi, ecc.); e l’analisi di eventi (compresi i “quasi incidenti”), cambiamenti, tendenze, successi, fallimenti e l’apprendimento da essi.

Inoltre, una struttura sanitaria che applica un sistema di gestione del rischio in base a una norma UNI può richiedere a un Organismo di Certificazione (OdC) la conformità del proprio sistema. Questa certificazione non solo conferma la qualità del sistema di gestione implementato, ma offre anche un doppio vantaggio:

Primo, garantisce la bontà delle procedure applicate per assicurare la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari. Secondo, rafforza la credibilità dell’azienda nel perseguire gli obiettivi dichiarati, migliorando la fiducia tra i pazienti, gli operatori e gli stakeholder. La conformità a una norma riconosciuta a livello internazionale non solo consolida la reputazione dell’azienda sanitaria, ma la pone anche in una posizione competitiva sul mercato, in quanto sinonimo di eccellenza nella gestione del rischio.

Risk Management in Sanità : Considerazioni Finali

Tutta l’utenza del sistema sanitario confida nella capacità delle organizzazioni del settore di fornire i vari servizi specialistici misurando e gestendo i rischi connessi. Quando ciò non viene svolto correttamente, può comportare danni rilevanti e non sempre sanabili, innescando pericolose crisi di fiducia che penalizzano l’intero sistema sanitario.

I gravi episodi di questi anni ne sono una conferma.

Per tale motivo, la gestione del rischio rappresenta sempre più una funzione strategica per la sanità. Se ben strutturato, un programma di Risk Management consente indubbi vantaggi, quali: una migliore e più diffusa cultura della sicurezza tra tutti gli operatori; lo sviluppo di competenze specialistiche interne sulla gestione del rischio; l’applicazione di standard nazionali e internazionali per analizzare, valutare e pianificare efficaci piani di risposta ai tipici rischi del settore sanitario; e un miglioramento dell’immagine dell’Azienda, che abbatterà il numero di reclami e contenziosi e, di conseguenza, i costi.

Anche se il settore sanitario ha raggiunto negli ultimi anni importanti progressi in tale campo (si pensi alla normativa nazionale che ha sottolineato il ruolo di rilievo della funzione di gestione del rischio sanitario sul tema della misurazione e monitoraggio della sicurezza del paziente), ci sono ancora diversi aspetti da risolvere in ambito organizzativo affinché il Risk Management diventi una reale pratica aziendale sanitaria.

Difatti, l’applicazione di un efficace programma di Risk Management richiede il coinvolgimento di tutte le aree aziendali e la partecipazione attiva della Direzione, che dovrebbe favorire e garantire sinergie e collaborazioni tra le varie aree funzionali e promuovere quella che alcuni autori hanno chiamato “la cultura dell’errore” per assicurare l’acquisizione dei dati relativi ai processi clinici e permettere la mappatura e l’individuazione dei rischi, che sono alla base dell’applicazione di un sistema di gestione del rischio clinico.

Nonostante le evidenti problematiche per avviare progetti di Clinical Risk Management, sono meritevoli di apprezzamento gli sforzi compiuti a livello locale per introdurre l’utilizzo di strumenti di gestione del rischio nelle aziende sanitarie, impiego per lo più promosso dalla volontà di alcune Direzioni che hanno ben compreso l’importanza dell’applicazione del Risk Management per ridurre l’incidenza degli errori e assicurare una maggiore sicurezza.

In conclusione, promuovere la cultura del Risk Management in sanità non è solo una scelta strategica, ma una necessità imprescindibile per garantire la sostenibilità e l’efficacia del sistema sanitario. Solo attraverso un impegno costante e una visione a lungo termine, il Risk Management può diventare una pratica consolidata, capace di proteggere i pazienti, sostenere gli operatori e migliorare la qualità complessiva del sistema sanitario.

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