CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE UNI PdR 125-2022

CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE UNI PDR 125-2022 : OPPORTUNITÀ E VANTAGGI PER LE IMPRESE

A UN ANNO DALLA SUA PUBBLICAZIONE, LA UNI PDR 125:2022 CONTINUA CON SUCCESSO IL SUO CAMMINO DI ADOZIONE NELLE REALTÀ IMPRENDITORIALI ITALIANE. QUESTO DOCUMENTO FORNISCE LE LINEE GUIDA PER I SISTEMI DI GESTIONE PER LA PARITÀ DI GENERE E STABILISCE L’UTILIZZO DI SPECIFICI INDICATORI CHIAVE DI PRESTAZIONE, AL FINE DI SUPPORTARE LE POLITICHE DI PARITÀ DI GENERE ALL’INTERNO DELLE ORGANIZZAZIONI.
Intervenire sul fronte dell’occupazione femminile è di fondamentale importanza per la crescita economica e sociale dell’Italia.
Le organizzazioni, pubbliche e private, capaci di adottare misure concrete per ridurre il divario di genere rispetto alle opportunità di crescita professionale, alla parità salariale e alla tutela della maternità, possono richiedere la certificazione accreditata del sistema di gestione per la parità di genere secondo la Prassi di Riferimento UNI PdR 125-2022 e ottenere sgravi fiscali.
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PARITÀ DI GENERE: LA SITUAZIONE ITALIANA NEL CONTESTO EUROPEO

In tema di parità di genere l’Italia si colloca al 14° posto tra i 27 paesi UE e ha, secondo l’European Institute for Gender Equality, un indice sull’uguaglianza di genere1 di 63,8 punti su 100.
Ci troviamo quattro punti al di sotto della media EU e più di venti al di sotto della Svezia, paese con l’indice più elevato.

I progressi sono lenti e i divari di genere persistono in diversi ambiti della vita quotidiana a livello nazionale e transnazionale.

A livello globale, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e della emancipazione di tutte le donne rappresenta uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile2 che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.

Di recente, l’Unione Europea ha posto grande attenzione al tema con l’affermazione di alcuni principi nel Pilastro Europeo dei Diritti Sociali3 e nella Gender Equality Strategy 2020-20254

L’Italia, in pieno accordo con le linee guida europee, ha predisposto la Strategia nazionale per la parità di genere e come ulteriore tappa di questo percorso verso il bilanciamento di genere nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha definito alcune politiche dirette a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro quali priorità trasversali alle varie missioni del piano.

Inoltre con la legge 162/2021, il Governo Italiano in attuazione degli obiettivi individuati nel PNRR e della Strategia Nazionale sulla parità di genere 2021-2025, ha introdotto alcune novità dirette a intervenire su problemi quali: divario retributivo di genere (gender pay gap), limitazione all’accesso ai meccanismi di avanzamento e di progressione nella carriera, discriminazione motivata da età anagrafica o dalle esigenze di cura personale o familiare.

Infine l’art.46-bis della legge 162/2021 – al fine di verificare le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione all’opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere, e alla tutela della maternità – ha istituito la Certificazione della parità di genere.

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LA CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE : LA UNI PDR 125:2022

Per rendere operativo tale scopo, ovvero per valutare che le imprese sostengano realmente la parità di genere e valutare l’efficacia delle azioni intraprese dalle organizzazioni al fine di creare un ambiente di lavoro inclusivo, a marzo del 2022 è stata rilasciata la prassi di riferimento UNI PDR 125:20225 che definisce le Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere.

In tale documento vengono definiti criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali per la certificazione della parità di genere nelle imprese.
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QUALI SONO I VANTAGGI DELLA CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE ?

Nonostante il carattere volontario della prassi di riferimento, uno degli elementi di interesse per la certificazione UNI PdR 125:22 è stata fin da subito la prospettiva di premialità e incentivi, quali:

  • Sgravio dal versamento di contributi previdenziali dell’1% e sino a massimo 50.000 euro/anno6 ;
  • riconoscimento di un punteggio premiale per l’accesso a finanziamenti europei (art. 5, comma 3, L. 162/2021);
  • riconoscimento di un punteggio premiale nelle gare d’appalto pubbliche (art. 95, comma 13, del D.lgs. 50/2016);
  • riduzione del 30 % della garanzia fideiussoria per la partecipazione alle gare d’appalto pubbliche (art. 93, comma 7, del D.lgs. 50/2016)

Oltre le agevolazioni e i benefici sanciti dalla normativa è indubbio che l’azienda certificata – in ragione del suo essere equa, inclusiva, attenta e sensibile a problematiche sociali – migliori la propria immagine e reputazione aziendale al cospetto di clienti fornitori e soprattutto nei confronti dei dipendenti.

Non a caso in dottrina si è chiarito come il benessere rappresenta una sorta di tessuto connettivo che lega gli obiettivi organizzativi alle persone.
I dipendenti si sentono particolarmente curati e riconosciuti dall’organizzazione, aumenta la partecipazione attiva ai progetti e ai risultati e inoltre vengono incoraggiati la fidelizzazione dei talenti e l’orgoglio di appartenere all’azienda.

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A CHI SI RIVOLGE LA CERTIFICAZIONE UNI PDR 125 ?

La certificazione UNI PdR 125 non ha alcuna limitazione settoriale, può essere richiesta da qualunque tipo di organizzazione, di qualsiasi dimensione e forma giuridica operante nel settore pubblico o privato.
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CHI RILASCIA LA CERTIFICAZIONE UNI PDR 125 ALLE IMPRESE?

In presenza dei requisiti sufficienti, al rilascio della certificazione della parità di genere alle imprese provvedono gli Organismi di Certificazione (OdC).

Questi sono organizzazioni, riconosciute da Accredia (Ente Unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano), che certificano la conformità dei sistemi di gestione a specifiche norme o prassi di riferimento.

La certificazione, per il sistema di gestione UNI PdR 125, viene emessa dall’OdC a seguito di una valutazione (audit di certificazione) iniziale, preceduto da un esame della documentazione predisposta dall’azienda.
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REQUISITI PER ACCEDERE ALLA CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE UNI PDR 125-2022

Il primo passo per conseguire la certificazione è misurare lo stato di maturità organizzativa sulla parità di genere dell’azienda.
La prassi UNI PdR 125:2022 indica che tale misurazione avvenga rispetto una serie di indicatori (KPI – key Performance Indicator, indicatori chiave di prestazione) distribuiti su 6 aree.
Queste aree sono:

  1. Cultura e strategia;
  2. Governance;
  3. Processi HR;
  4. Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda;
  5. Equità remunerativa per genere;
  6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

A ciascun indicatore è associato un punteggio e ogni Area è contraddistinta da un peso percentuale che contribuisce alla misurazione del livello as-is7 dell’organizzazione e rispetto al quale è possibile misurare il grado di maturità dell’organizzazione e verificare nel tempo il miglioramento ottenuto grazie agli interventi messi in atto o all’attivazione di un remediation plan8.

Affinché l’organizzazione possa richiede la certificazione è richiesto il raggiungimento di uno score minimo pari al 60%
La verifica si ripeterà con cadenza annuale.

Le micro-aziende (da 1 a 9 addetti) e le piccole (da 10 a 49 addetti) saranno monitorate solo in relazione ad alcuni obiettivi, a differenza delle medie imprese (50-249 addetti) e delle grandi (250 addetti e oltre).

Peraltro, le modifiche introdotte dalla legge 162/2021 al Codice delle pari opportunità tra uomo e donna stabiliscono già l’obbligo per le aziende pubbliche e private che occupano più di 50 dipendenti di redigere un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile.

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IL PERCORSO DELLE AZIENDE PER LA CERTIFICAZIONE PARITÀ DI GENERE

Il percorso che porta le aziende alla certificazione della parità di genere è essenzialmente di tipo organizzativo. Le aziende hanno l’opportunità di eseguire una verifica per comprendere il proprio livello di engagement sui temi dell’inclusione e della parità di genere e individuare le aree sulle quali concentrare i propri investimenti per superare il divario tra uomini e donne.

Adottare un tale sistema può fortemente favorire il superamento del gender gap in ambito lavorativo, ancora troppo alto nel nostro Paese, e contribuire al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori così come alla produttività aziendale.
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COSA FACCIAMO

La multidisciplinarità del nostro Team ci consente di fornire alle organizzazioni un supporto completo nel percorso di certificazione UNI/PdR 125:2022, con i seguenti servizi di consulenza:

  • Individuazione e valutazione iniziale dell’azienda rispetto ai KPI applicabili;
  • Verifica del raggiungimento dello score minimo del 60%;
  • Action plan per la strutturazione del sistema di gestione;
  • Definizione del piano strategico;
  • Formazione delle risorse;
  • Audit interno;
  • Riesame;
  • Assistenza alla certificazione.
Per maggiori informazioni compila il form CONTATTI (link).

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1 L’indice sull’uguaglianza di genere Gender Equality Index (https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2021), è uno strumento che monitora le disparità tra uomo e donna nei paesi dell’Unione Europea. È stato sviluppato dall’istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) e si basa sull’analisi di numerosi indicatori relativi ad alcune aree specifiche, o domini, cioè ambiti della vita quotidiana in cui le donne rischiano di trovarsi in condizioni di svantaggio rispetto agli uomini. In particolare: lavoro, denaro, tempo, conoscenza, potere, salute.

2 Il 25 settembre del 2015 i governi di 193 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. L’ Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

3 Il pilastro europeo dei diritti sociali è un insieme di documenti contenente 20 principi e diritti chiave volti a costruire un’Europa più equa nei settori del mercato del lavoro e dei sistemi di welfare.

4 Il 5 marzo 2020 è stata presentata la Strategia per la parità di genere 2020-2025, recante una serie di azioni ritenute fondamentali per il raggiungimento dei tradizionali obiettivi in materia di equilibrio di genere: stop alla violenza e agli stereotipi di genere; parità di partecipazione e di opportunità nel mercato del lavoro; parità retributiva; equilibrio di genere a livello decisionale e politico.

5 La Prassi di Riferimento (PdR) è un documento pubblicato dall’Ente Nazionale Italiano di Normazione (UNI) che introduce prescrizioni tecniche come primo riferimento volontario su nuovi temi non ancora stabiliti in una norma tecnica nazionale, europea o internazionale.
La Prassi sul sistema di gestione per la parità di genere è il frutto del lavoro svolto dal Tavolo di lavoro sulla certificazione di genere delle imprese coordinato dal Dipartimento per le pari opportunità in collaborazione con UNI. Al Tavolo di lavoro hanno partecipato, il Dipartimento per le politiche della famiglia, il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico e la Consigliera Nazionale di Parità.

6 Questo beneficio, introdotto inizialmente solo per il 2022 dall’art. 5, L. 162/2021, è stato stabilizzato con il Decreto Interministeriale 20.10.2022 pubblicato il 28.11.2022, recante anche il dettaglio della disciplina sull’esonero, ulteriormente circostanziata dall’Inps con la Circolare n. 137 del 27.12.2022

7 L’analisi AS IS è un modo di dire usato nell’ambito della gestione aziendale per indicare lo stato corrente di una situazione o di un processo attraverso una analisi dettagliata (letteralmente “come è”).

8 Il remediation plan è una proposta personalizzata, un piano in cui vengono suggerite delle misure per risolvere i problemi rilevati e raggiungere il 60%.
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Riferimenti
https://www.agenziacoesione.gov.it
https://temi.camera.it
https://www.pariopportunita.gov.it/it/
https://www.altalex.com
https://www.codiceappalti.it
P. Cerullo, La certificazione della parità di genere: volano per i diritti e per il business. Come ottenerla e conservarla, in Lavoro Diritti Europa, n. 1/2023.

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